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In corso di approvazione il nuovo “Codice dell’Amministrazione Digitale”

Si riporta il comunicato a cura dell'Ufficio Stampa del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie 

Italia prima al mondo a dotarsi di un simile strumento normativo.
Regole per agevolare l’uso dell’ICT nella PA superando difficoltà culturali e norme obsolete.
Al centro l’idea del diritto del cittadino ad una “amministrazione amica ed efficiente”.
Obbligo del dialogo on-line tra banche dati e anagrafi delle PA.

Parte la vera e propria grande riforma della Pubblica amministrazione digitale. Il Consiglio dei Ministri, su proposta di Lucio Stanca, Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, ha infatti esaminato il decreto legislativo relativo al “Codice dell’Amministrazione Digitale”.

Con esso andranno presto in soffitta le “peregrinazioni burocratiche” dei cittadini e delle imprese da un ufficio all’altro per farsi rilasciare documenti e certificati vari; le banche dati e le anagrafi elettroniche delle Pubbliche amministrazioni saranno invece obbligate a “dialogare” tra loro per accelerare le procedure e garantire legalità e trasparenza; i documenti informatici avranno pieno valore probatorio; documenti, libri, repertori, scritture anche contabili potranno essere conservati su supporti informatici, eliminando così una enorme quantità di carta e ottenendo rilevanti risparmi.

Il “Codice dell’Amministrazione Digitale”, che dovrebbe essere operativo nei primi mesi del 2005, tra l’altro chiarisce le regole che disciplinano l’uso delle Tecnologie per l’Informazione e la Comunicazione-ICT anche tra i privati.

"Il Codice, che mette al centro l’idea del Diritto del Cittadino ad una ‘amministrazione amica ed efficiente’, è frutto di una meticolosa opera di riscrittura in chiave moderna di tutte le molte norme che hanno attinenza, diretta o indiretta, con l’utilizzo dell’ICT nell’azione amministrativa e nei rapporti tra i privati”, ha detto il Ministro Stanca, “ed è in sintonia con il principio Comunitario secondo il quale le norme in materia devono essere scritte in modo tecnologicamente neutrale, tale da non irrigidire e pregiudicare l’uso e l’applicazione delle ulteriori evoluzioni tecnologiche".

Dopo aver rilevato che “la progressiva entrata in operativa del Codice determinerà importanti risparmi e grandi incrementi di efficienza nell’apparato burocratico”, Stanca ha sottolineato che “l’innovazione, alla base del progresso e del benessere economico e sociale, deve andare di pari passo con un’adeguata regolamentazione giuridica, altrimenti le norme obsolete rischiano di diventare un ostacolo allo sviluppo.
Questo nuovo quadro regolatorio si propone di favorire la diffusione dell’ICT per l’ammodernamento e la competitività dell’Italia, offrendo agli operatori pubblici e privati una cornice normativa organica ed univoca. Il Codice dell'amministrazione digitale rappresenta una vera e propria riforma, obbligando l’intera organizzazione ed i dipendenti pubblici non solo a fare ricorso all’informatica, ma ad accettarla quale principale strumento operativo”.

Proprio per favorire lo scambio dei dati, il ministro ha ricordato che è già stato approvato dal Consiglio dei Ministri e dalla Conferenza Stato-Regioni il decreto che istituisce il Sistema Pubblico di Connettività-SPC, una sorta di “autostrada del Sole digitale”, ritenuto “uno tra i più importanti e complessi progetti di telecomunicazioni e di ICT messi in cantiere nel nostro Paese, che consentirà la condivisione, l’integrazione e lo scambio di dati e di informazioni tra le Amministrazioni statali, regionali e locali sulla base di standard comuni e condivisi, in modo sicuro, permettendo così la collaborazione e soprattutto l’interazione in tempo reale tra tutti gli uffici pubblici e lo svolgimento in via informatica dei procedimenti amministrativi connessi”, ha concluso il ministro Lucio Stanca sottolineando che “insomma, l’insieme di questi due decreti costituirà una straordinaria occasione di innovazione per l’intero Paese”.


Selezione delle novità introdotte dal Codice dell’Amministrazione Digitale

  • Obbligo per le Pubbliche amministrazioni di scambiarsi on-line i dati relativi alle pratiche di cittadini ed imprese, evitando il peregrinaggio da un ufficio all’altro per ottenere documenti e certificati, o di dover aspettare mesi affinché si svolga, come avviene ora, il trasferimento cartaceo delle pratiche tra le varie amministrazioni pubbliche.

  • Obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di riorganizzare i propri siti Internet in modo da individuare una serie di contenuti minimi e necessari, compresa la disponibilità di moduli e formulari per via telematica.
    Devono essere disponibili:
    organigramma con articolazione degli uffici e relative attribuzioni; nomi dei responsabili dei vari procedimenti e relativa durata;
    scadenze e modalità di adempimento dei procedimenti;
    elenco completo delle caselle di posta elettronica istituzionali; elenco di tutti i bandi di gara;
    elenco dei servizi forniti in rete.

  • Obbligo per le Pubbliche amministrazioni di utilizzare la posta elettronica per lo scambio di documenti ed informazioni, verificandone la provenienza;

  • Obbligo per le Pubbliche Amministrazioni di adottare, a partire dal 1° gennaio 2007, quale unico standard di accesso ai servizi erogati on-line esclusivamente la Carta d’Identità Elettronica ed alla Carta Nazionale dei Servizi.

  • Obbligo di trasferire fondi per via telematica tra Pubbliche amministrazioni e tra esse ed i cittadini e le imprese.

  • Sistematico allargamento dello Sportello Unico Telematico delle Imprese verso l’utenza, snellendo e facilitando il disbrigo on-line delle pratiche e, soprattutto, avviando una omogeneizzazione delle relative procedure a livello nazionale.

  • Diritto per i cittadini e le imprese a richiedere ed ottenere l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei rapporti con le Pubbliche amministrazioni centrali e con i gestori di pubblici servizi statali.

  • Obbligo per le Amministrazioni pubbliche di accettare da cittadini e imprese i pagamenti effettuati on-line a partire dal 1° gennaio 2006.

  • Facoltà di conservare su supporti informatici i documenti degli archivi, le scritture contabili, la corrispondenza ed ogni atto, dato o documento, con conseguente enorme risparmio di spazio e abbattimento degli oneri connessi.

  • Possibilità per cittadini e imprese di accedere ai documenti e partecipare al procedimento amministrativo grazie all’uso dei nuovi strumenti informatici.

  • Diritto di trasmettere documenti alla Pubblica Amministrazione con qualsiasi mezzo telematico o informatico, purché sia accertata la fonte di provenienza.

  • Possibilità, grazie alle nuove tecnologie, di una maggiore partecipazione dei cittadini, anche residenti all’estero, alla formazione dei processi decisionali attinenti alla collettività (e-Democracy).

  • Riconosciuto il valore probatorio al documento informatico.


Roma, 11 novembre 2004

Scarica lo schema di Codice in formato .pdf
(115 Kb)

 

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