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DECRETO LEGISLATIVO 9
aprile 2003 n. 70
Attuazione della direttiva 2000/31/CE relativa a taluni aspetti
giuridici dei servizi della società dell'informazione nel mercato interno, con
particolare riferimento al commercio elettronico
(G.U.
n.
87 del 14-04-2003).
ART. 1
Finalità
l. Il presente decreto è diretto a promuovere la libera circolazione dei servizi
della società dell'informazione, fra i quali il commercio elettronico. 2. Non
rientrano nel campo di applicazione del presente decreto: a) i rapporti fra
contribuente e amministrazione finanziaria connessi con l'applicazione, anche
tramite concessionari, delle disposizioni in materia di tributi nonché la
regolamentazione degli aspetti tributari dei servizi della società
dell'informazione e, in particolare, del commercio elettronico; b) le questioni
relative al diritto alla riservatezza, con riguardo al trattamento dei dati
personali nel settore delle telecomunicazioni di cui alla legge 31/12/1996, n.
675 e al d.lgs. 13/5/1998, n. 171 e successive modifiche e integrazioni; e) le
intese restrittive della concorrenza; d) le prestazioni di servizi della società
dell'informazione effettuate da soggetti stabiliti in paesi non appartenenti
allo spazio economico, europeo; e) le attività, dei notai e di altre
professioni, nella misura in cui implicano un nesso diretto e specifico con
l'esercizio dei pubblici poteri; f) la rappresentanza e la difesa processuali;
g) i giochi d'azzardo, ove ammessi, che implicano una posta pecuniaria, i giochi
di fortuna, compresi il lotto, le lotterie, le scommesse, i concorsi pronostici
e gli altri giochi come definiti dalla normativa vigente, nonché quelli nei
quali l'elemento aleatorio è prevalente.
3. Sono fatte salve le disposizioni comunitarie e nazionali sulla tutela della
salute pubblica e dei consumatori, sul regime autorizzatorio in ordine alle
prestazioni di servizi investigativi o di vigilanza privata, nonché in materia
di ordine pubblico e di sicurezza, di prevenzione del riciclaggio del denaro,
del traffico illecito di stupefacenti, di commercio, importazione ed
esportazione di armi, munizioni ed esplosivi e dei materiali, d'armamento di cui
alla legge 9/7/1990, n. 185.
ART. 2 Definizioni
l. Ai fini del presente decreto si intende per:
a) «servizi della società dell'informazione»: le attività economiche svolte in
linea on-line nonché i servizi definiti dall'art. l,. comma 1, lettera b), della
legge 21/6/1986, n. 317, e successive modifiche;
b) «prestatore»: la persona fisica o giuridica che presta un servizio della
società dell'informazione;
c) «prestatore stabilito»: il prestatore che
esercita effettivamente un'attività economica mediante una stabile
organizzazione per un tempo indeterminato. La presenza e l'uso dei mezzi tecnici
e delle tecnologie necessarie per prestare un servizio non costituiscono di per
sé uno stabilimento del prestatore;
d) «destinatario del servizio»: il soggetto che, a scopi professionali e non,
utilizza un servizio della società dell'informazione, in particolare per
ricercare o rendere accessibili informazioni;
e) «consumatore»: qualsiasi persona fisica che agisca con finalità non
riferibili all'attività commerciale, imprenditoriale o professionale
eventualmente svolta;
f) «comunicazioni commerciali»: tutte le forme di comunicazione destinate, in
modo diretto o indiretto, a promuovere beni, servizi o l'immagine di un'impresa,
di un'organizzazione o di un soggetto che esercita un'attività agricola,
commerciale, industriale, artigianale o una libera professione. Non sono di per
sé comunicazioni commerciali:
1) le informazioni che consentono un accesso
diretto all'attività dell'impresa, del soggetto o dell'organizzazione come un
nome di dominio, o un indirizzo di posta elettronica;
2) le comunicazioni relative a beni, servizi o all'immagine di tale impresa,
soggetto od organizzazione, elaborate in modo indipendente, in particolare senza
alcun corrispettivo;
g)
«professione regolamentata»: professione riconosciuta ai sensi dell'art. 2, del
d.lgs. 27/1/1992, n. 115, ovvero ai sensi dell'art. 2 del d.lgs. 2/5/1994, n.
319;
h) «ambito, regolamentato»: le disposizioni applicabili ai prestatori di servizi
o ai servizi della società dell'informazione, indipendentemente dal fatto che
siano di carattere generale o loro specificamente destinate. L'ambito
regolamentato riguarda le disposizioni che il prestatore deve soddisfare per
quanto concerne:
1) l'accesso all'attività di servizi della società dell'informazione, quali le
disposizioni riguardanti le qualifiche e i regimi di autorizzazione o di
notifica;
2) l'esercizio dell'attività di un servizio della società dell'informazione,
quali, per esempio, le disposizioni riguardanti il comportamento del prestatore,
la qualità o i contenuti del servizio, comprese le disposizioni applicabili alla
pubblicità e ai contratti, ovvero alla responsabilità del prestatore 2. L'ambito
regolamentato comprende unicamente i requisiti riguardanti le attività in linea
e non comprende i requisiti legali relativi a:
a) le merci in quanto tali nonché le merci, i beni e i prodotti per i quali le
disposizioni comunitarie o nazionali nelle materie di cui all'art. 1 comma 3,
prevedono il possesso e l'esibizione di documenti, certificazioni, nulla osta o
altri titoli autorizzatori di qualunque specie;
b) la consegna o il trasporto delle merci;
e) i servizi non prestati per via elettronica.
3. Sono fatte salve, ove non espressamente derogate, le disposizioni in materia
bancaria, finanziaria, assicurativa e dei sistemi di pagamento e le competenze
degli organi amministrativi e degli organi di polizia aventi funzioni di
vigilanza e di controllo, compreso il controllo sulle reti informatiche di cui
alla legge 31/7/1997, n. 249 e delle autorità indipendenti di settore.
ART. 3
Mercato interno
l. I servizi della società dell'informazione forniti da un prestatore stabilito
sul territorio italiano si conformano alle disposizioni nazionali applicabili
nell'ambito regolamentato e alle norme del presente decreto.
2. Le disposizioni relative all'ambito regolamentato di cui all'art. 2, lettera
h), non possono limitare la libera circolazione dei servizi della società
dell'informazione provenienti da un prestatore stabilito in un altro stato
membro.
3. Alle controversie che riguardano il prestatore stabilito si applicano le
disposizioni del regolamento Ce n. 44/2001 del Consiglio del 22/12/2000,
concernente la competenza giurisdizionale, il riconoscimento e l'esecuzione
delle decisioni in materia civile e commerciale.
ART. 4
Deroghe all'articolo 3
l. Le disposizioni dei commi 1 e 2 dell'art. 3 non si applicano nei seguenti
casi:
a) diritti d'autore, diritti assimilati, diritti di cui alla legge 21/2/1989, n.
70 e al d.lgs. 6/5/1999, n., 169, nonché diritti di proprietà industriale;
b) emissione di moneta elettronica da parte di istituti per i qua li gli stati
membri hanno applicato una delle deroghe di cui al l'art. 8, paragrafo 1, della
direttiva 2000/46/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l'avvio,
l'esercizio e la vigilanza prudenziale dell'attività
degli istituti di moneta elettronica;
c) l'art. 44, paragrafo 2, della direttiva 85/611/Cee, in materia di pubblicità
degli organismi d'investimento collettivo in valori mobiliari;
d) all'attività assicurativa di cui all'art. 30 e al titolo IV della direttiva
92/49/Cee (terza direttiva sulle assicurazioni sui danni), agli artt. 7 e 8
della direttiva 88/357/Cee (seconda direttiva sulle assicurazioni sui danni); al
titolo IV della direttiva 92/96/Cee (terza direttiva sulle assicurazioni sulla
vita) e all'art. 4 della direttiva 90/619/Cee (la seconda direttiva sulle
assicurazioni sulla vita) come modificate dalla direttiva 2002/83/Ce;
e) facoltà delle parti di scegliere la legge applicabile al loro contratto;
f) obbligazioni contrattuali riguardanti i contratti conclusi dai consumatori;
g) validità dei contratti che istituiscono o trasferiscono diritti relativi a
beni immobili nei casi in cui tali contratti devono soddisfare requisiti
formali;
h) ammissibilità delle comunicazioni commerciali non sollecitate per posta
elettronica.
Art. 5
Deroghe
1. La libera circolazione di un determinato servizio della società
dell'informazione proveniente da un altro stato membro può essere limitata, con
provvedimento dell'Autorità giudiziaria o degli organi amministrativi di
vigilanza o delle Autorità indipendenti di settore, per motivi di:
a) ordine pubblico, per l'opera di prevenzione, investigazione, individuazione e
perseguimento di reati, in particolare la tutela dei minori e la lotta contro
l'incitamento all'odio razziale, sessuale, religioso o etnico, nonché contro la
violazione della dignità umana;
b) tutela della salute pubblica;
c) pubblica sicurezza, compresa la salvaguardia della sicurezza e della difesa
nazionale;
d) tutela dei consumatori, ivi compresi gli investitori.
2. I provvedimenti di cui al comma 1 possono essere adottati se, nel caso
concreto, sono:
a) necessari riguardo a un determinato servizio della società dell'informazione
lesivo degli obiettivi posti a tutela degli interessi pubblici di cui al comma
1, ovvero che costituisca un rischio serio e grave di pregiudizio agli stessi
obiettivi;
b) proporzionati a tali obiettivi.
3. Fatti salvi i procedimenti giudiziari e gli atti compiuti nell'ambito di
un'indagine penale, l'Autorità competente, per il tramite del ministero delle
attività produttive ovvero l'Autorità indipendente di settore, deve, prima di
adottare il provvedimento:
a) chiedere allo stato membro di cui al comma 1 di prendere provvedimenti e
verificare che essi non sono stati presi o che erano inadeguati;
b) notificare alla Commissione europea e allo stato membro di cui al comma 1, la
sua intenzione di adottare tali provvedimenti. Dei provvedimenti adottati dalle
Autorità indipendenti, è data periodicamente comunicazione al ministero
competente.
4. In caso di urgenza, i soggetti di cui al comma 3 possono derogare alle
condizioni poste nello stesso comma. I provvedimenti, in tal caso, sono
notificati nel più breve tempo possibile alla commissione e allo stato membro,
insieme ai motivi dell'urgenza.
Art. 6
Assenza di autorizzazione preventiva
1. L'accesso all'attività di un prestatore di un servizio della società
dell'informazione e il suo esercizio non sono soggetti, in quanto tali, ad
autorizzazione preventiva o ad altra misura di effetto equivalente.
2. Sono fatte salve le disposizioni sui regimi di autorizzazione che non
riguardano specificatamente ed esclusivamente i servizi della società
dell'informazione o i regimi di autorizzazione nel settore dei servizi delle
telecomunicazioni di cui al decreto del presidente della repubblica 19/9/1997,
n. 318, dalla cui applicazione sono esclusi i servizi della società
dell'informazione.
Art. 7
Informazioni generali obbligatorie
1. Il prestatore, in aggiunta agli obblighi informativi previsti per specifici
beni e servizi, deve rendere facilmente accessibili, in modo diretto e
permanente, ai destinatari del servizio e alle Autorità competenti le seguenti
informazioni:
a) il nome, la denominazione o la ragione sociale;
b) il domicilio o la sede legale;
c) gli estremi che permettono di contattare rapidamente il prestatore e di
comunicare direttamente ed efficacemente con lo stesso, compreso l'indirizzo di
posta elettronica;
d) il numero di iscrizione al repertorio delle attività economiche, Rea, o al
registro delle imprese;
e) gli elementi di individuazione nonché gli estremi della competente Autorità
di vigilanza qualora un'attività sia soggetta a concessione, licenza o
autorizzazione;
f) per quanto riguarda le professioni regolamentate:
1) l'ordine professionale o istituzione analoga, presso cui il prestatore sia
iscritto e il numero d'iscrizione;
2) il titolo professionale e lo stato membro in cui è stato rilasciato;
3) il riferimento alle norme professionali e agli eventuali codici di condotta
vigenti nello stato membro di stabilimento e le modalità di consultazione dei
medesimi;
g) il numero della partita Iva o altro numero di identificazione considerato
equivalente nello stato membro, qualora il prestatore eserciti un'attività
soggetta a imposta;
h) l'indicazione in modo chiaro e inequivocabile dei prezzi e delle tariffe dei
diversi servizi della società dell'informazione forniti, evidenziando se
comprendono le imposte, i costi di consegna e altri elementi aggiuntivi da
specificare;
i) l'indicazione delle attività consentite al consumatore e al destinatario del
servizio e gli estremi del contratto qualora un'attività sia soggetta ad
autorizzazione o l'oggetto della prestazione sia fornito sulla base di un
contratto di licenza d'uso.
2. Il prestatore deve aggiornare le informazioni di cui al comma precedente.
3. La registrazione della testata editoriale telematica è obbligatoria
esclusivamente per le attività per le quali i prestatori del servizio intendano
avvalersi delle provvidenze previste dalla legge 7/3/2001, n. 62.
Art. 8
Obblighi di informazione per la comunicazione commerciale
1. In aggiunta agli obblighi informativi previsti per specifici beni e servizi,
le comunicazioni commerciali che costituiscono un servizio della società
dell'informazione o ne sono parte integrante, devono contenere, sin dal primo
invio, in modo chiaro e inequivocabile, una specifica informativa, diretta a
evidenziare:
a) che si tratta di comunicazione commerciale;
b) la persona fisica o giuridica per conto della quale è effettuata la
comunicazione commerciale;
c) che si tratta di un'offerta promozionale come sconti, premi, od omaggi e le
relative condizioni di accesso;
d) che si tratta di concorsi o giochi promozionali, se consentiti, e le relative
condizioni di partecipazione.
Art. 9
Comunicazione commerciale non sollecitata
1. Fatti salvi gli obblighi previsti dal dlgs 22/5/1999, n. 185 e dal dlgs
13/5/1998, n. 171, le comunicazioni commerciali non sollecitate trasmesse da un
prestatore per posta elettronica devono, in modo chiaro e inequivocabile, essere
identificate come tali fin dal momento in cui il destinatario le riceve e
contenere l'indicazione che il destinatario del messaggio può opporsi al
ricevimento in futuro di tali comunicazioni.
2. La prova del carattere sollecitato delle comunicazioni commerciali è onere
del prestatore.
Art. 10
Uso delle comunicazioni commerciali nelle professioni regolamentate
1. L'impiego di comunicazioni commerciali che costituiscono un servizio della
società dell'informazione o ne sono parte, fornite da chi esercita una
professione regolamentata, deve essere conforme alle regole di deontologia
professionale e in particolare all'indipendenza, alla dignità, all'onore della
professione, al segreto professionale e alla lealtà verso clienti e colleghi.
Art. 11
Esclusioni
1. Il presente decreto non si applica a:
a) contratti che istituiscono o trasferiscono diritti relativi a beni immobili,
diversi da quelli in materia di locazione;
b) contratti che richiedono per legge l'intervento di organi giurisdizionali,
pubblici poteri o professioni che implicano l'esercizio di pubblici poteri;
c) contratti di fideiussione o di garanzie prestate da persone che agiscono a
fini che esulano dalle loro attività commerciali, imprenditoriali o
professionali;
d) contratti disciplinati dal diritto di famiglia o di successione.
Art. 12
Informazione diretta alla conclusione del contratto
1. Oltre agli obblighi informativi previsti per specifici beni e servizi nonché
a quelli stabiliti dall'art. 3 del d.lgs. 22 maggio 1999, n. 185, il prestatore,
salvo diverso accordo tra parti che non siano consumatori, deve fornire in modo
chiaro, comprensibile e inequivocabile, prima dell'inoltro dell'ordine da parte
del destinatario del servizio, le seguenti informazioni:
a) le varie fasi tecniche da seguire per la conclusione del contratto;
b) il modo in cui il contratto concluso sarà archiviato e le relative modalità
di accesso;
c) i mezzi tecnici messi a disposizione del destinatario per individuare e
correggere gli errori di inserimento dei dati prima di inoltrare l'ordine al
prestatore;
d) gli eventuali codici di condotta cui aderisce e come accedervi per via
telematica;
e) le lingue a disposizione per concludere il contratto oltre all'italiano;
f) l'indicazione degli strumenti di composizione delle controversie.
2. Il comma 1 non è applicabile ai contratti conclusi esclusivamente mediante
scambio di messaggi di posta elettronica o comunicazioni individuali
equivalenti.
3. Le clausole e le condizioni generali del contratto proposte al destinatario
devono essere messe a sua disposizione in modo che gli sia consentita la
memorizzazione e la riproduzione.
Art. 13
Inoltro dell'ordine
1. Le norme sulla conclusione dei contratti si applicano anche nei casi in cui
il destinatario di un bene o di un servizio della società dell'informazione
inoltri il proprio ordine per via telematica.
2. Salvo differente accordo tra parti diverse dai consumatori, il prestatore
deve, senza ingiustificato ritardo e per via telematica, accusare ricevuta
dell'ordine del destinatario contenente un riepilogo delle condizioni generali e
particolari applicabili al contratto, le informazioni relative alle
caratteristiche essenziali del bene o del servizio e l'indicazione dettagliata
del prezzo, dei mezzi di pagamento, del recesso, dei costi di consegna e dei
tributi applicabili.
3. L'ordine e la ricevuta si considerano pervenuti quando le parti alle quali
sono indirizzati hanno la possibilità di accedervi.
4. Le disposizioni di cui ai commi 2 e 3 non si applicano ai contratti conclusi
esclusivamente mediante scambio di messaggi di posta elettronica o comunicazioni
individuali equivalenti.
Art. 14
Responsabilità nell'attività di semplice trasporto - Mere conduit
1. Nella prestazione di un servizio della società dell'informazione consistente
nel trasmettere, su una rete di comunicazione, informazioni fornite da un
destinatario del servizio, o nel fornire un accesso alla rete di comunicazione,
il prestatore non è responsabile delle informazioni trasmesse a condizione che:
a) non dia origine alla trasmissione;
b) non selezioni il destinatario della trasmissione;
c) non selezioni né modifichi le informazioni trasmesse.
2. Le attività di trasmissione e di fornitura di accesso di cui al comma 1
includono la memorizzazione automatica, intermedia e transitoria delle
informazioni trasmesse, a condizione che questo serva solo alla trasmissione
sulla rete di comunicazione e che la sua durata non ecceda il tempo
ragionevolmente necessario a tale scopo.
3. L'autorità giudiziaria o quella amministrativa avente funzioni di vigilanza
può esigere anche in via d'urgenza che il prestatore, nell'esercizio delle
attività di cui al comma 2, impedisca o ponga fine alle violazioni commesse.
Art. 15
Responsabilità nell'attività di memorizzazione temporanea-caching
1. Nella prestazione di un servizio della società dell'informazione consistente
nel trasmettere, su una rete di comunicazione, informazioni fornite da un
destinatario del servizio, il prestatore non è responsabile della memorizzazione
automatica, intermedia e temporanea di tali informazioni effettuata al solo
scopo di rendere più efficace il successivo inoltro ad altri destinatari a loro
richiesta, a condizione che:
a) non modifichi le informazioni;
b) si conformi alle condizioni di accesso alle informazioni;
c) si conformi alle norme di aggiornamento delle informazioni, indicate in un
modo ampiamente riconosciuto e utilizzato dalle imprese del settore;
d) non interferisca con l'uso lecito di tecnologia ampiamente riconosciuta e
utilizzata nel settore per ottenere dati sull'impiego delle informazioni;
e) agisca prontamente per rimuovere le informazioni che ha memorizzato, o per
disabilitare l'accesso, non appena venga effettivamente a conoscenza del fatto
che le informazioni sono state rimosse dal luogo dove si trovavano inizialmente
sulla rete o che l'accesso alle informazioni è stato disabilitato oppure che un
organo giurisdizionale o un'Autorità amministrativa ne ha disposto la rimozione
o la disabilitazione.
2. L'Autorità giudiziaria o quella amministrativa aventi funzioni di vigilanza
può esigere, anche in via d'urgenza, che il prestatore nell'esercizio delle
attività di cui al comma 1 impedisca o ponga fine alle violazioni commesse.
Art. 16
Responsabilità nell'attività di memorizzazione di informazioni-hosting
1. Nella prestazione di un servizio della società dell'informazione consistente
nella memorizzazione di informazioni fornite da un destinatario del servizio, il
prestatore non è responsabile delle informazioni memorizzate a richiesta di un
destinatario del servizio, a condizione che detto prestatore:
a) non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l'attività o l'informazione
è illecita e, per quanto attiene ad azioni risarcitorie, non sia al corrente di
fatti o di circostanze che rendono manifesta l'illiceità dell'attività o
dell'informazione;
b) non appena a conoscenza di tali fatti, su comunicazione delle Autorità
competenti, agisca immediatamente per rimuovere le informazioni o per
disabilitarne l'accesso.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano se il destinatario del
servizio agisce sotto l'Autorità o il controllo del prestatore.
3. L'Autorità giudiziaria o quella amministrativa competente può esigere, anche
in via d'urgenza, che il prestatore, nell'esercizio delle attività di cui al
comma l'impedisca o ponga fine alle violazioni commesse.
Art. 17
Assenza dell'obbligo generale di sorveglianza
1. Nella prestazione dei servizi di cui agli artt. 14, 15 e 16, il prestatore
non è assoggettato a un obbligo generale di sorveglianza sulle informazioni che
trasmette o memorizza, né a un obbligo generale di ricercare attivamente fatti o
circostanze che indichino la presenza di attività illecite.
2. Fatte salve le disposizioni di cui agli artt. 14, 15 e 16, il prestatore è
comunque tenuto:
a) a informare senza indugio l'Autorità giudiziaria o quella amministrativa
avente funzioni di vigilanza, qualora sia a conoscenza di presunte attività o
informazioni illecite riguardanti un suo destinatario del servizio della società
dell'informazione;
b) a fornire senza indugio, a richiesta delle Autorità competenti, le
informazioni in suo possesso che consentano l'identificazione del destinatario
dei suoi servizi con cui ha accordi di memorizzazione dei dati, al fine di
individuare e prevenire attività illecite.
3. Il prestatore è civilmente responsabile del contenuto di tali servizi nel
caso in cui, richiesto dall'Autorità giudiziaria o amministrativa avente
funzioni di vigilanza, non ha agito prontamente per impedire l'accesso a detto
contenuto, ovvero se, avendo avuto conoscenza del carattere illecito o
pregiudizievole per un terzo del contenuto di un servizio al quale assicura
l'accesso, non ha provveduto a informarne l'Autorità competente.
Art. 18
Codici di condotta
1. Le associazioni o le organizzazioni imprenditoriali, professionali o di
consumatori promuovono l'adozione di codici di condotta che trasmettono al
ministero delle attività produttive e alla Commissione europea con ogni utile
informazione sulla loro applicazione e sul loro impatto nelle pratiche o
consuetudini relative al commercio elettronico. 2. Il codice di condotta, se
adottato, è reso accessibile per via telematica e deve essere redatto, oltre che
in lingua italiana e inglese, almeno in un'altra lingua comunitaria.
3. Nella redazione di codici di condotta deve essere garantita la protezione dei
minori e salvaguardata la dignità umana.
Art. 19
Composizione delle controversie
1. In caso di controversie, prestatore e destinatario del servizio della società
dell'informazione possono adire anche organi di composizione extragiudiziale che
operano anche per via telematica. Tali organi, se operano in conformità ai
principi previsti dall'ordinamento comunitario e da quello nazionale, sono
notificati, su loro richiesta, alla Commissione dell'Unione europea per
l'inserimento nella Rete europea di composizione extragiudiziale delle
controversie.
2. Gli organi di composizione extragiudiziale delle controversie comunicano alla
Commissione europea nonché al ministero delle attività produttive, che provvede
a darne comunicazione alle amministrazioni competenti per materia, le decisioni
significative che adottano sui servizi della società dell'informazione, nonché
ogni altra informazione su pratiche, consuetudini o usi relativi al commercio
elettronico.
Art. 20
Cooperazione
1. Presso il ministero delle attività produttive è istituito, senza maggiori
oneri a carico del bilancio dello stato, il punto di contatto nazionale che
fornisce assistenza e collaborazione agli stati membri e alla commissione. Il
punto di contatto è accessibile anche per via telematica.
2. Il ministero delle attività produttive provvederà affinché sul proprio sito
siano rese tempestivamente disponibili per le amministrazioni pubbliche i
destinatari e fornitori di servizi:
a) le informazioni generali sui diritti e obblighi contrattuali e sui meccanismi
di reclamo e ricorso disponibili in caso di controversie, nonché sui codici di
condotta elaborati con le associazioni di consumatori iscritte nell'elenco di
cui all'art. 5 della legge 30 luglio 1998, n. 281;
b) gli estremi delle Autorità, organizzazioni o associazioni presso le quali
possono ottenere ulteriori informazioni o assistenza;
c) gli estremi e la sintesi delle decisioni significative riguardo a
controversie sui servizi della società dell'informazione, comprese quelle
adottate Tagli organi di composizione extragiudiziale nonché informazioni su
pratiche, consuetudini o usi relativi al commercio elettronico.
Art. 21
Sanzioni
1. Salvo che il fatto non costituisca reato, le violazioni di cui agli artt. 7,
8, 9, 10 e 12 del presente decreto sono punite con il pagamento di una sanzione
amministrativa pecuniaria da 103 euro a 10.000 euro.
2. Nei casi di particolare gravità o di recidiva i limiti minimo e massimo della
sanzione indicata al comma 1 sono raddoppiati.
3. Le sanzioni sono applicate ai sensi della legge 24 novembre 1981, n. 689.
Fermo restando quanto previsto in ordine ai poteri di accertamento degli
ufficiali e degli agenti di polizia giudiziaria dall'art. 13 della predetta
legge 24 novembre 1981, n. 689, all'accertamento delle violazioni provvedono,
d'ufficio o su denunzia, gli organi di polizia amministrativa. Il rapporto di
accertamento delle violazioni di cui al comma 1 è presentato al ministero delle
attività produttive, fatta salva l'ipotesi di cui all'art. 24 della legge 24
novembre 1981, n. 689.
Art. 22
Entrata in vigore
1. Il presente decreto entra in vigore il trentesimo giorno dalla data della sua
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della repubblica italiana.
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